Campanili

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L’alta velocità ha davvero accorciato l’Italia? – Campanili n. 35

Ha cambiato il nostro modo di viaggiare, almeno lungo una delle due sponde della Penisola. Ma auto e aereo restano centrali: la rivoluzione del treno è meno profonda di quanto sembri. Un’indagine

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Francesco Maselli
e
NightReview
ago 30, 2025
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Un filo d’acciaio tiene insieme i campanili italiani e attraversa la storia: promessa di modernità nell’Italia unita, mezzo centrale durante il fascismo, compagno di viaggio nel dopoguerra accanto all’automobile. È il treno, e lo è ancora oggi. In meno di vent’anni l’alta velocità ha trasformato viaggi lunghi e rituali in spostamenti rapidi e funzionali, soppiantando l’aereo tra Roma e Milano e diventando un concorrente serio tra Napoli e le città del Nord. La “metropolitana d’Italia”, da Torino a Salerno, ha cambiato il modo in cui abitiamo le distanze, scegliamo i lavori, immaginiamo i fine settimana. Almeno per chi vive nei grandi centri serviti dalle Frecce di Trenitalia e da Italo – a cui, dal 2026, si aggiungeranno i treni della SNCF, le ferrovie francesi, grazie all’apertura alla concorrenza. Nel 2017, Marco Bucci – allora candidato sindaco di Genova, poi eletto – lanciò la provocazione di voler rendere “Genova la periferia di Milano” grazie alle infrastrutture, attirandosi più di qualche critica, ma con una visione ben precisa: oggi il viaggio richiede poco più di un’ora e mezza; domani, a opere concluse, scenderà sotto l’ora, cambiando di fatto la vita a migliaia di persone. Il treno, in questo senso, può essere davvero un motore straordinario di sviluppo.

Stazione Centrale di Milano. Foto di Agata Ciosek (Unsplash)

Per le politiche pubbliche italiane la ferrovia ha sempre rappresentato una priorità, e da quando si è deciso di puntare con forza sull’alta velocità gli investimenti si sono moltiplicati. La dorsale Torino-Salerno è costata circa 40 miliardi; la Milano-Venezia un’altra decina; e nei prossimi quindici anni cantieri come il Terzo Valico tra Liguria e Lombardia, il corridoio Verona-Brennero, la Napoli-Bari e il completamento della Salerno-Reggio Calabria ridisegneranno ancora la mappa, con ulteriori decine di miliardi già impegnati o in arrivo. Il PNRR ha destinato circa 25 miliardi proprio alla ferrovia: circa 400 cantieri tra elettrificazioni, stazioni, scali, ERTMS (il sistema di gestione, controllo e protezione del traffico ferroviario) e nodi logistici. Il Gruppo Ferrovie prevede, tra il 2025 e il 2029, circa 100 miliardi per raddoppi, gallerie, ammodernamenti e manutenzioni.

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