L’internet a basso costo potrebbe presto diventare un ricordo – Campanili n. 24
Gli italiani sono abituati a pagare pochissimo per il traffico dati e le telefonate grazie alla forte concorrenza nel settore. I gestori telefonici, però, sono in grande difficoltà
Chi ha vissuto l’arrivo dei primi telefoni cellulari, degli SMS e del nostro modo di comunicare prima di Internet non conserva un bel ricordo di quel periodo, almeno nel rapporto con le compagnie telefoniche: costi elevatissimi per telefonate e messaggi, scatti alla risposta, rete scadente fuori dalle grandi città e pratiche commerciali scorrette, come la fatturazione ogni 28 giorni o il costo di ricarica, un onere aggiuntivo che poteva variare da 0 a 5 euro rispetto al valore effettivo del traffico telefonico acquistato.
Aver superato tutto ciò è stato un enorme sollievo per i consumatori. Le riforme sulla concorrenza introdotte da Pierluigi Bersani, ministro dello Sviluppo economico dal 2006 al 2008, e l’arrivo degli smartphone, hanno trasformato radicalmente l’esperienza: oggi si cambia rapidamente operatore ed è possibile usufruire di un’ampia scelta di abbonamenti, pensati per soddisfare quasi ogni esigenza.
Per l’industria delle telecomunicazioni, tuttavia, l’ultimo decennio è stato un disastro, e le grandi difficoltà del settore potrebbero, nel medio periodo, riverberarsi anche sui consumatori. Secondo Il Sole 24 Ore, tra il 2010 e il 2023 i ricavi degli operatori telefonici sono diminuiti complessivamente di 14,7 miliardi, una riduzione del 35 per cento, nonostante un aumento costante delle utenze mobili, che hanno ormai superato i 90 milioni di sim attive, alle quali si aggiungono circa 20 milioni di utenze domestiche. La situazione dell’industria è dunque paradossale: i clienti aumentano, la richiesta di servizi legati alla telefonia cresce, ma ciò genera margini sempre più risicati a causa del mercato ipercompetitivo e probabilmente saturo, se non in declino per ragioni demografiche.
Ne abbiamo esperienza diretta: gli abbonamenti telefonici sono ormai percepiti come un servizio di prima necessità e diamo per scontato ottenerli a un costo abbordabile, se non irrisorio. Oggi un abbonamento a una piattaforma di streaming può costare mensilmente più di alcuni piani tariffari illimitati, grazie alla guerra dei prezzi scatenata dalla concorrenza tra operatori per accaparrarsi nuovi clienti. In Italia il costo di un giga di traffico dati è il meno caro d’Europa, ed è un’ottima notizia ma, alla lunga, un tale primato potrebbe non essere più sostenibile senza dei cambiamenti profondi.
In Italia operano quattro compagnie telefoniche proprietarie di rete – Vodafone+Fastweb, WindTre, TIM e Iliad – affiancate da una moltitudine di operatori virtuali che si appoggiano alle infrastrutture esistenti. Tra questi, i più noti sono Poste e Coop, che sfruttano la loro capillarità sul territorio per offrire il servizio ai propri clienti, ma non posseggono la rete: per loro la telefonia è un’attività collaterale.
La situazione è dunque molto dinamica, anche grazie alla fusione tra due operatori come Wind e Tre nel 2017, e a quella tra Vodafone e Fastweb nel 2025, e all’arrivo di Iliad, che dal 2018 si è imposto immediatamente con offerte molto competitive, e ha superato gli 11 milioni di clienti nell’estate 2024. L’idea della società francese è semplice, e già di grande successo in Francia, dove è presente dal 2012: grazie a una struttura molto più snella rispetto alla concorrenza può contenere i costi e offrire prezzi bassi ai nuovi clienti. Il primo abbonamento di telefonia mobile della compagnia veniva offerto a 5,99 euro e comprendeva 30 gigabyte di traffico internet, oltre a minuti ed SMS illimitati, con la promessa che il prezzo sarebbe rimasto uguale per sempre.
La strategia di Iliad, in un mercato in cui è molto facile cambiare operatore, è fidelizzare il più possibile il proprio cliente, oltre ad attrarre quelli abituati ad altre compagnie. Che infatti si sono adattate: non solo hanno abbassato i prezzi, ma hanno avviato campagne aggressive per riconquistare clienti con chiamate commerciali che promettono sconti personalizzati e promozioni a tempo limitato.