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L’Italia che spara – Campanili n. 25

Le armi sono molto più diffuse di quanto pensiamo, anche se i controlli delle autorità sono stringenti. Ma perché un italiano su dieci è armato? Cosa cerca chi va abitualmente al poligono? Un’indagine

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Francesco Maselli e NightReview
mar 22, 2025
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“Guarda che vado spesso al poligono a sparare. Chiunque può andarci, è un’esperienza interessante”. Ho sentito questa frase da una persona che frequento abitualmente, e che non immaginavo avesse una passione di questo tipo. Non ho mai avuto esperienza diretta di armi da fuoco, né un interesse o un’inclinazione naturale per la questione, e immaginavo che il loro utilizzo fosse residuale, confinato a una esigua minoranza di persone. Mi sbagliavo.

Nel 2023, secondo una recente inchiesta realizzata da Sky TG24, il numero di italiani che possedevano almeno un’arma ammontava a circa 4,7 milioni di persone. In pratica, un italiano maggiorenne su dieci è armato secondo le statistiche ufficiali, anche se non tutti sono effettivamente abituati a maneggiarle: il totale complessivo dei porti d’arma in corso di validità nel 2023 è di 1.174.233, un numero elevato anche se in leggero calo nel corso degli ultimi dieci anni. Questo perché, come vedremo, si può possedere un’arma anche senza avere un porto d’armi, così come chiunque, previa iscrizione al tiro a segno nazionale, visita medica e un corso di maneggio, può frequentare il poligono di tiro, come il mio conoscente, che infatti non intende prendere il porto d’armi.

Ma perché si spara? Le risposte variano, ma molte persone identificano l’utilizzo delle armi come una vera e propria “passione”. Alessandro, avvocato sulla trentina, ha sempre avuto curiosità per “tutto ciò che ha a che fare con la meccanica: motori, aerei e quindi anche armi”, e avvicinarsi a questo mondo è stato dunque semplice, per quanto, non avendo nessuno in famiglia appassionato al genere, è stato l’incontro con un conoscente che praticava tiro sportivo ad alto livello a rendere concreta la sua curiosità. Da lì, ha continuato a coltivare questo interesse: “Ho un porto d’armi sportivo, e fucili per le diverse discipline: tiro al volo, tiro a segno, ma non solo. Ho anche partecipato al tiro operativo, la simulazione di conflitto in situazioni urbane che organizza l’Anaim, l’Associazione Nazionale Arditi Incursori Marina”. Alessandro traccia una linea netta tra il suo modo di utilizzare le armi e quello per difesa personale: “Sono due mondi diversi, il porto d’armi sportivo è diffuso, dopotutto serve a praticare uno sport nel quale gli italiani sono fortissimi a livello olimpionico; il porto per difesa personale è molto raro, non conosco nessuno che lo abbia. Per me non sono paragonabili”.

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