Quando la Puglia è diventata cool – Campanili n. 7
Borgo Egnazia, che il 13 e 14 giugno ospiterà i capi di Stato e di Governo del G7, è il simbolo di una regione che ha saputo inventarsi (quasi) dal nulla
Il bianco domina su tutto. All’aperto, col sole a picco, è impossibile non proteggersi dietro le lenti scure per osservare camerieri, receptionist e il resto del personale, tutti rigorosamente di bianco, muoversi negli spazi arredati con delle poltrone, anch’esse ovviamente bianche. È bianco persino un albero costruito con foglie di carta al centro dell’edificio principale. La sensazione è di trovarsi in un ambiente ovattato e ordinato, dove il dettaglio fuori posto non è contemplato, perché tutto è progettato per trasmettere calma. Sono seduto al bar, mentre scorro la lista dei cocktail che partono da 22 euro; è un giorno feriale di aprile, le zone comuni sono ancora poco frequentate: una coppia francese, e poi una famiglia dell’est Europa, prendono posto sulle poltroncine, il personale accorre immediatamente a prendere le ordinazioni. Borgo Egnazia non è facile da descrivere con una sola parola: non è un semplice hotel di lusso, non è nemmeno un albergo diffuso, un resort, un borgo. È tutte queste cose insieme. I capi di Stato e di Governo del G7 si riuniranno qui il 13 e 14 giugno, una consacrazione per quella che è già considerata tra le principali mete del lusso globale.
Borgo Egnazia è una città in miniatura tra Fasano e Savelletri, a circa 60 chilometri a sud di Bari, nel cuore della Valle d’Itria. Il viale acciottolato porta dalla strada di campagna a pochi passi dal mare verso l’ingresso principale, e poi direttamente alle camere da letto, il lato più hotel di tutto il comprensorio. A questo si aggiungono le 28 ville che circondano tutto il parco, oltre al borgo vero e proprio, composto da 92 case a due piani. Il luogo ha tutte le caratteristiche delle città pugliesi: il tufo bianco degli edifici, le stradine strette, le mura spesse, le finestre piccole per riscaldare d’inverno e proteggere dal caldo d’estate.
Le case sono simili ma con peculiarità e prezzi differenti, e richiedono anche un certo senso d’orientamento: i “numeri civici” non hanno un ordine ben definito, una circostanza che rende più difficile trovare il proprio e invita quasi a perdersi tra le stradine protette dalle mura che delimitano il borgo, che ha al suo interno diversi ristoranti, di cui uno stellato, piscine, negozi di artigianato, una palestra, una spa, con il personale sempre pronto a esaudire ogni richiesta. I prezzi sono alti, com’è lecito attendersi: difficile scendere sotto i 1.300 euro a notte per le camere meno lussuose.
Sembra tutto qui da sempre, e invece ci si trova all’interno di un’opera architettonica immaginata da uno scenografo, Pino Brescia, che ha costruito tutto da zero alla fine degli anni Duemila su richiesta della famiglia Melpignano, gli imprenditori che hanno avuto l’intuizione di creare un luogo quasi unico. La struttura assicura massima riservatezza ed è molto restìa a comunicare la presenza di ospiti illustri, ma sono proprio le celebrità come Madonna, i Beckham, Justin Timberlake e Jessica Biel, ad aver permesso a Borgo Egnazia di essere conosciuto nel mondo grazie ai loro social e ad aver alimentato il mito del luogo, un effetto del marketing ancora più potente, che permette di rendere sostenibile e profittevole una struttura di circa 500 dipendenti, che diventano 700 nei momenti di picco. Poco più di un dipendente per ogni ospite.
L’ecosistema nel quale è inserito Borgo Egnazia si è sviluppato nel tempo, basta sbirciare con Google Maps nell’area circostante: decine di masserie riconvertite in agriturismi, boutique hotel, alberghi di lusso, circondano la creatura dei Melpignano. Ma quand’è che la Puglia è diventata una meta ambita?