I militari rendono davvero le “Strade Sicure”? – Campanili n. 23
Dal 2008, le città italiane sono presidiate dall’esercito nei punti più sensibili: una presenza molto popolare, ma poco sostenibile per le forze armate, soprattutto in caso di conflitto
Passeggiando in una qualsiasi città italiana, soprattutto nei luoghi più centrali e affollati, è ormai diventata normalità imbattersi in una pattuglia composta da militari, a volte appiedati, altre su mezzi piuttosto imponenti, che svolge la funzione di presidio del territorio. È un’abitudine talmente consolidata che in pochi vi prestano attenzione, e soprattutto in pochi si chiedono se questo sia il modo giusto per utilizzare le nostre forze armate.
Nel nostro dibattito pubblico la domanda non se la pone quasi nessuno, anche a causa della generale scarsa conoscenza dello strumento militare, che in Italia vive un paradosso: le forze armate sono l’istituzione più apprezzata insieme alla Presidenza della Repubblica secondo tutti i sondaggi, eppure le loro attività, il loro finanziamento e il loro stato di salute sono d’interesse solo per gli addetti ai lavori. Un paradosso forse comprensibile fino all’invasione russa dell’Ucraina ma oggi, a tre anni dall’inizio del conflitto e in una fase così delicata di negoziati per un’eventuale pace, lo è molto meno.
Lunedì 17 febbraio, i principali paesi europei si sono riuniti a Parigi per discutere di come reagire al negoziato che Stati Uniti e Russia stanno portando avanti, senza l’Ucraina, per chiudere la guerra. Uno dei possibili scenari è che i paesi europei garantiscano la pace, qualora fosse raggiunta, inviando una forza di interposizione in Ucraina, sul modello di quanto fatto in altri teatri di guerra. Nel caso, l’Italia potrebbe permetterselo? La risposta è “dipende”, e uno dei motivi di questa incertezza dipende proprio dalla missione che ininterrottamente da 16 anni impiega i militari per questioni di ordine pubblico in una cinquantina di città italiane. L’operazione Strade Sicure è la più importante missione delle nostre forze armate, e impiega 6.635 soldati, un numero piuttosto importante se consideriamo che le missioni all’estero impiegano un massimo di 11.166 unità, con una consistenza media di 7.632 unità. L’Italia, dopo la Francia, è il paese europeo più impegnato all’estero.
La genesi della misura fornisce una radiografia di come sono stati affrontati i problemi di ordine pubblico negli ultimi vent’anni. Fin dalle stragi di mafia nei primi anni Novanta, diversi governi avevano utilizzato l’esercito per rassicurare la popolazione e per mostrare di affrontare il problema dell’insicurezza, soprattutto nelle città del sud. L’utilizzo delle forze armate è sempre stato molto apprezzato dai sindaci e dalla popolazione, che percepivano una maggiore vicinanza dello Stato in contesti difficili.