In Italia MSC ha occupato tutte le sedie – Campanili n. 18
Dalla logistica al trasporto passeggeri, passando per i treni Italo e le associazioni di settore: come lo strapotere di Gianluigi Aponte influenza il sistema economico italiano
Questa è la seconda parte di un’inchiesta su Gianluigi Aponte e la sua MSC. Puoi leggere la prima parte “L’italiano padrone dei mari” a questo link.
Piano di Sorrento è un piccolo comune che si affaccia sul Golfo di Napoli, esattamente di fronte al Vesuvio. La piana dove sorge la città è divisa in quattro comuni, ennesima testimonianza dell’eccessiva frammentazione amministrativa italiana. In pochi chilometri quadrati si alternano Meta, Sant’Agnello, Piano di Sorrento e Sorrento, senza che nulla, se non dei segnali stradali, possa suggerire il cambio da un comune all’altro. È un luogo turistico, periferico per il capitalismo mondiale. Non per Gianluigi Aponte. Il fondatore di MSC è nato a Sant’Agnello e, pur essendo residente a Ginevra, non ha mai reciso il legame con la Penisola sorrentina. Lo scorso giugno l’armatore era proprio a Piano, a visitare il cantiere di un nuovo edificio che MSC ha comprato per farne un centro di formazione del gruppo. MSC ha altri tre uffici in Penisola e punta molto sulla tradizione marittima locale: molti marinai della flotta sono originari dei quattro paesi della piana, e l’economia locale beneficia, oltre che del turismo, anche della presenza della prima compagnia di navigazione del mondo. L’impronta arriva fino in Svizzera: “Aponte è un imprenditore, prende decisioni in base alle necessità del suo gruppo, ma ha certamente un occhio di riguardo per l’Italia. A Ginevra la lingua corrente è l’italo-napoletano”, mi ha raccontato un fornitore storico di MSC.
Il fondatore e i suoi manager conoscono dunque molto bene l’ambiente italiano, per quanto Aponte ne sia stato a lungo alla larga, forse anche per evitare il destino di Achille Lauro, come ricorda un articolo di Repubblica del 2006: “Le vicende del conterraneo – che dovette subire, a 90 anni, impotente, la vendita all’asta persino del suo frac e del bastone – sono servite ad Aponte per scansare un rischio mortale: quello di rimanere a Napoli, una città che inghiotte e uccide i suoi figli come l’Idra di Lerna”. Questo era vero vent’anni fa, quando MSC era una società importante, ma relativamente piccola di fronte ai colossi dello shipping mondiale. Oggi la questione è molto diversa, e basta mettere in fila le operazioni condotte in Italia negli ultimi anni per rendersi conto della pervasività della società svizzera.