Campanili

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La città nella città dei superyacht – Campanili n. 36

Nei cantieri Benetti di Livorno, 220 mila metri quadrati tra terra e acqua, si osserva da vicino una filiera che unisce artigianato e industria, con oltre metà degli ordini mondiali di navi di lusso

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Francesco Maselli
e
NightReview
set 13, 2025
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I teli bianchi nascondono le forme colossali di quei gusci che diventeranno navi. Sul piazzale, una prua svetta come un edificio, circondata da impalcature alte come palazzi e da gru che si muovono lente sopra lo skyline dei capannoni blu. Non è la sola: alcune navi sono in acqua, in attesa di manutenzione; altre all’interno pronte per la verniciatura, la costruzione di un ponte, l’installazione dell’impianto elettrico. A Livorno, emerge come una città nella città, un porto dentro il porto, 220 mila metri quadrati tra terra e acqua, dove ogni giorno entrano centinaia di persone senza quasi mai incrociarsi, ognuna impegnata su un dettaglio del futuro yacht.

È da qui che si può osservare una delle leadership italiane più solide agli occhi del mondo: la nautica di lusso, e in particolare il mondo dei superyacht. Un settore che tiene insieme saperi tradizionali e capacità industriale, e che da anni domina i mercati: oltre la metà degli ordini mondiali (54 per cento) e più di un terzo del valore complessivo, secondo uno studio di Deloitte, sono prodotti in Italia. È un ambito che in Campanili abbiamo spesso incrociato, perché racconta come gli italiani siano in grado di trasformare competenze frammentate in una leadership globale. Il cuore pulsante sono le imbarcazioni tra i trenta e i sessanta metri: vere e proprie ville galleggianti, che dopo la pandemia hanno conosciuto un boom della domanda.

Cantiere Benetti, Livorno. Foto del gruppo Azimut-Benetti

Questa supremazia ha un nome preciso: Azimut-Benetti, oggi gruppo da 1,5 miliardi di ricavi. Tutto inizia nel 1969, quando Paolo Vitelli, studente universitario torinese, fonda Azimut, una piccola società di importazione e noleggio di barche a vela. Quella che sembrava un’intuizione quasi occasionale si trasforma presto in ambizione produttiva: nel 1975 decide di costruire i propri motoscafi, puntando sulla vetroresina, materiale innovativo, più leggero ed economico del legno, che segna il vero salto di qualità e permette all’azienda di raggiungere un pubblico più ampio; dieci anni dopo, Vitelli compie la mossa decisiva acquistando gli storici Cantieri Benetti di Viareggio, allora sull’orlo del fallimento, e getta così le basi di quello che diventerà il primo gruppo mondiale della nautica di lusso.

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